Gruppo di lettura

Cari amici del giovedì, provvisoriamente del martedì!
“L'ebreo errante” di Elie Wiesel è stata una lettura che ha imbandito un lauto banchetto di spunti con cui nutrire le nostre riflessioni.
E' un libro che non fa sconti per nessuno, carica sulla coscienza collettiva massi che il tempo non è riuscito a erodere. Nemmeno gli stessi Ebrei sono del tutto immuni dal rimorso, troppe volte sono stati nemici di se stessi. La narrazione pone costantemente il lettore di fronte a interrogativi pressanti che riguardano la fede, Dio, le colpe nazionali e individuali.
I politici sono stati autorizzati a compiere le azioni più tremende dal silenzio del popolo, dalla sorda cecità che troppo spesso ha spinto i singoli a seguire il proprio interesse personale o a indossare i paraocchi. Una “zona grigia”, di persone che non hanno scelto (e non scelgono) tra il nero e il bianco; una moltitudine di anime per cui forse non sarebbe sufficiente il girone dantesco degli ignavi.
La verità è uscita pian piano, anestetizzata dall'orrore. L'esperienza vissuta nei campi di sterminio si scontrava con l'impossibilità di circoscriverla con le parole, solo il silenzio sembrava avere abbastanza spazio per contenerla.
Il senso di colpa ha avuto varie declinazioni : le nazioni si sono battute il petto, gli ebrei sotto il protettorato inglese in Palestina hanno fatto i conti con il proprio distacco, le stesse vittime subiscono il peso dei “se avessimo...” che non mutano la storia, ma ne alterano la percezione.
E' facile applicare le riflessioni di Wiesel alla storia recente, che è piena di eventi la cui tragicità è da attribuire alla corresponsabilità e al silenzio di ognuno: il Rwanda, la Jugoslavia, l'Etiopia, la Palestina sono solo alcuni esempi delle ferite aperte nella coscienza collettiva. Gli uomini spesso si deresponsabilizzano dando la colpa al sistema politico o alla religione e spesso non colgono l'eco degli errori passati. L'etichetta di “sottouomini” applicata agli Ebrei nei tempi bui, non è stata stracciata, ma solamente riciclata ed attaccata ad altri: immigrati, sinti, rom...
Un libro profondo, con molteplici piani di lettura che risuonano in modo diverso in ogni lettore.