Gruppo di lettura

Tione, 7 luglio 2016

Cari amici del giovedì!

Mentre la Francia sconfiggeva la Germania nella semifinale degli Europei di calcio, noi che non abbiamo la testa nel pallone ci siamo trasferiti momentaneamente in Grecia, traghettati dal libro di Petros Markaris, “Titoli di coda”.
Si tratta di un giallo in cui la storia poliziesca non è altro che un pretesto per parlare della devastante crisi economica che ha messo in ginocchio la Grecia.
Il commissario Charitos è un personaggio fuori dagli schemi che porta su di sé le contraddizioni che hanno spinto il suo Paese sull'orlo del precipizio. Mantenendosi lontano dalla corruzione il commissario non ha fatto carriera, anche se la sua opinione è tenuta in grande considerazione dai colleghi. Importantissima è la sua famiglia “allargata”, i cui membri si sostengono a vicenda nella lotta quotidiana per tutelare la propria e l'altrui umanità. Charitos si rifugia di tanto in tanto nel dizionario, come se una meditazione sul significato delle parole potesse rimettere in ordine la realtà corrispondente.
Fa da sfondo al libro l'eredità pesante lasciata dalla guerra civile. Gli ideali che hanno guidato le fazioni in lotta si sono progressivamente sgretolati e agli eredi non è rimasto che il vuoto di valori, che ha portato al disfacimento sociale. I princìpi sono stati svenduti in cambio di privilegi e bustarelle, la corruzione ha preso il posto dell'onore. L'anello debole della società sono gli immigrati, che in tempo di crisi diventano il capro espiatorio della frustrazione rabbiosa, come dimostra in modo puntuale la cronaca italiana di questi giorni.
Il paragone con la realtà italiana nasce spontaneo anche quando si parla dell'eccessiva burocrazia, che anziché tutelare i cittadini mette le pastoie alle persone che cercano di seguire correttamente tutto l'iter. Nascono così le figure dei “mediatori” che velocizzano le pratiche: “quel tipo di canaglie di cui i greci hanno bisogno per sopravvivere in uno stato in cui la burocrazia sostiene la bustarella e la bustarella la corruzione” (pg 160)
Cito a braccio le parole del nostro Angelo che come sempre fanno riflettere: tutti siamo chiamati a resistere alla contaminazione. Se gridiamo che tutti sono ladri ci mettiamo dentro anche noi. Ognuno ha la possibilità di restare nella legalità e di rispondere per se stesso. Il bene diffuso fa resistere nel mondo.
Su questo concetto chiudo, ricordandovi che abbiamo deciso di non incontrarci ad agosto. Il prossimo ritrovo sarà giovedì 15 settembre alle 20.30 per parlare di “Seta” di Alessandro Baricco.
Intanto buona estate a tutti voi!