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La storia si svolge nella piccola cittadina costiera di Kurouzu, dove cominciano ad accadere strani fenomeni, e tutti in qualche modo sembrano legati al motivo geometrico della spirale. I primi ad accorgersene sono due ragazzi del liceo, Kirie e Shuichi. All’inizio sono piccole cose: nelle nuvole del cielo, negli steli d’erba che si piegano, nei mulinelli nell’acqua dei canali e in improvvise trombe d’aria per strada... Nel frattempo, il padre del giovane Shuichi sviluppa una vera e propria ossessione per le spirali, iniziando a raccogliere in maniera compulsiva tutto ciò che le contiene, fino a darsi la morte in maniera orribile per ‘diventare lui stesso una spirale’. Da quel momento, i due giovani non potranno che assistere impotenti al progressivo diffondersi della maledizione della spirale su tutta la cittadina e i suoi abitanti, insinuandosi sempre più nella loro mente e nei loro corpi, trascinando tutto e tutti in una inesorabile discesa in un mäelstrom di incubo e follia. Alla fine, i due innamorati decideranno di lasciare la città, ma è davvero possibile uscire da una spirale?
Capolavoro del manga horror, questo delirante incubo del maestro Junji Ito (ritenuto a detta di molti ‘il Lovecraft giapponese’) è ormai considerato un classico del cosmic horror: qui, infatti, le suggestioni del Solitario di Providence si sentono proprio (c’è molto anche di Stephen King), per sfociare nei territori del body horror (siete avvisati: certe scene sono talmente assurde e raccapriccianti che è arduo anche solo  pensarle, figuriamoci scriverle e disegnarle. Non certo un opera per i deboli di stomaco...), in cui si inseriscono un caustico humour nero ma anche degli inaspettati e agrodolci intermezzi romantici. Tuttavia, nonostante il materiale oscuro, bisogna far notare che questo è incredibilmente un manga pensato per un target adolescenziale, in cui l’autore riesce ad affrontare molte tematiche tipiche all’adolescenza quali bullismo, criminalità giovanile, il suicidio, lo stalking, come anche i primi amori e i disagi generazionali, con diabolica e raffinata acutezza. Concludo dichiarando che è un’opera davvero inquietante, sconvolgente e disturbante, di quelle che potrebbero causare molte notti insonni o infestare i vostri incubi per gli anni a venire, ma scritta (e disegnata) dannatamente bene! Recensione di Marco P.

Se vi interessa altro, di simile potete leggere anche:
- sempre di Junji Ito: Tomie [ed. ita.: Edizioni BD 2017]
- Howard Phillip Lovecraft, La maschera di Innsmouth
- Stephen King, IT